venerdì 25 aprile 2025

Il primo ritiro scientifico del Dipartimento di Ricerca Traslazionale dell'Istituto Tumori di Napoli - IRCCS Fondazione Pascale al Centro Ettore Majorana di Erice - Sicily

Quale sede per un ritiro scientifico migliore di un convento? Una sede lontana nel tempo avvolta da miti, leggende e storia dove si sono alternati troiani profughi da Troia distrutta, Fenici/Punici, Arabi, Normanni, ma non Greci, se non per una breve parentesi nel IV secolo a.C. quando gli Ateniesi furono chiamati per contrastare il Tiranno di Siracusa Dionisio il Vecchio ed in quella occasione innalzarono il tempio di Segesta.









Mito, leggenda e storia si intrecceranno ulteriormente sulla figura e sulle vicende di Enea, figlio di Afrodite (la Venere dei romani) e del fratello del re Priamo, Anchise, un giovane pastore del monte Ida nella Troade, dove un decennio più tardi il nipote Paride avrebbe dato la mela ad Afrodite, scatenando l’ira di Atena/Minerva, compirà un lungo viaggio per mare che lo porterà a Trapani, prima, sulla cui spiaggia perderà l’amato Anchise, poi all’attracco a Cuma, dove con la Sibilla Cumana scenderà agli inferi per riabbracciare il padre Anchise ed infine a Laurentum. Sarà nel Lazio che la stirpe di Enea si stabilirà, dove la figlia Ilia (Rea Silvia), violata da Marte darà alla luce Romolo e Remo (I libro degli Annales, di Quinto Ennio, II sec a.C., )[1] Per Tito Livio (nel I libro da Ab Urbe condita, I sec a.C.)[2] invece, Ilia/Rea Silvia[3] è la discendente di Ascanio/Iulo, che sarà pertanto il fondatore della gens Iulia[4]  



Ma torniamo ad un passato più prossimo. Cosa è il Centro Ettore Majorana? Fondato nel 1963 (l’anniversario dei 60 anni è stato celebrato nel Novembre 2023) a ridosso della crisi di Cuba e in piena guerra fredda per scongiurare la terza guerra mondiale, che questa volta con l’uso di armamenti atomici, avrebbe potuto determinare l’olocausto dell’umanità.

Anche il Papa Giovanni XXIII fa sentire la sua voce umile e supplicante con un radiomessaggio[5]

MESSAGGIO DI PAPA GIOVANNI XXIIIPER LA PACE
Giovedì 25 ottobre 1962

Signore, ascolta la supplica del tuo servo, la supplica dei tuoi servi, che temono il tuo nome” (Neem. 1:11). Questa antica preghiera biblica sale oggi alle Nostre labbra tremanti dal profondo di un cuore commosso e afflitto. Mentre si apre da poco il Concilio Ecumenico Vaticano II, tra la gioia e la speranza di tutti gli uomini di buona volontà, nubi minacciose tornano ad oscurare l’orizzonte internazionale e a seminare paura in milioni di famiglie.

La Chiesa - lo abbiamo ripetuto accogliendo le ottantasei Missioni Straordinarie presenti all'apertura del Concilio - la Chiesa non ha nulla a cuore quanto la pace e la fratellanza tra gli uomini, e si adopera instancabilmente per realizzarle. A questo proposito, abbiamo ricordato i gravi doveri di chi porta la responsabilità del potere. E aggiungevamo: «Ascoltino, con le mani sulla coscienza, il grido angosciato che da ogni parte della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dai singoli alle comunità, si eleva verso il Cielo: pace! pace!».

Oggi rinnoviamo questa solenne supplica. Imploriamo tutti i governi a non restare sordi a questo grido dell'umanità. Lasciate che facciano tutto il possibile per salvare la pace. In questo modo risparmieranno al mondo gli orrori di una guerra le cui terribili conseguenze nessuno può prevedere. Continuino a curare, perché questo atteggiamento leale e aperto ha un grande valore come testimonianza per la coscienza di ogni persona e di fronte alla storia. Promuovere, favorire, accettare i discorsi, a tutti i livelli e in ogni momento, è una regola di saggezza e prudenza che attrae le benedizioni del Cielo e della terra. Tutti i Nostri figli, tutti coloro che sono segnati dal sigillo del battesimo e nutriti dalla speranza cristiana, e infine tutti coloro che sono uniti a Noi dalla fede in Dio, uniscano la loro preghiera alla Nostra per ottenere dal Cielo il dono della pace: una pace che sarà vera e duratura solo se sarà fondata sulla giustizia e sull'equità. E a tutti gli artefici di questa pace, a tutti coloro che con cuore sincero lavorano per il vero bene degli uomini, vada la grande benedizione che con amore concediamo loro nel nome di Colui che ha voluto ha voluto essere chiamato il «Principe della Pace»! » (Isaia 9, 6) [6]

Il messaggio di pace è stato poi ulteriormente elaborato e pubblicato nell’enciclica Pacem in terris.[7]

Il ruolo italiano e del Vaticano è ricordato anche da Ettore Bernabei, ex Direttore della RAI in una sua intervista[8] Un riepilogo anche da altre fonti giornalistiche[9]

In quelle ore ed in altri contesti anche la comunità scientifica dei Fisici Nucleari si mobilitava per contenere i rischi connessi ad un uso sconsiderato delle armi atomiche. Chi ha visto il film (già soltanto un film) di Oppenheimer ricorderà la conversazione: “Non mi hai detto nulla e potevamo aver creato uno strumento capace di mettere in moto una reazione a catena che avrebbe distrutto il mondo” dice Oppenheimer. “E allora?”, è la risposta di Einstein. Il timore da parte dei fisici nucleari delle inconsapevoli conseguenze di queste nuove strategie portò alla loro mobilitazione ed in particolare contribuì alla fondazione del Centro Ettore Majorana[10] ad Erice, un luogo di incontri e di scontri di popoli di tutte le colture dove tutti, avrebbero potuto parlare liberamente per risolvere problemi globali ed in particolare le emergenze planetarie che nel 1982 portò alla stesura della Dichiarazione di Erice.

 

E la Medicina che ruolo ha in questo Centro ed in questo contesto globale? La medicina per le frequenti epidemie e periodiche pandemie ha un ruolo chiave per la sopravvivenza della specie umana e quella di specie vegetali ed animali che ne rappresentano la fonte di sostentamento. Per tale motivo nel 1987 fu istituito l’AIDS and Infectious Disease PMP-Permanent Monitoring Panel diretto dal gruppo di Virologia Oncologica del Pascale che tra l’altro ha coordinato la realizzazione dell’East Africa AIDS Research Center (EAARC)[11][12]

Nel corso degli anni abbiamo organizzato convegni sull’Ebola, sulla Encefalite Spongiforme Bovina, sull’epidemia di Zika e numerosi altri eventi, con la partecipazione di numerosi colleghi italiani e stranieri, inclusi i premi Nobel Luc Montagnier e Françoise Barrè-Sinoussi (per la scoperta dell’HIV), Stanley B. Prusiner (per l’associazione dei prioni alle malattie neurodegenerative). Nel 2017 al PMP sull’AIDS and Infectious Disease (la cui denominazione è stata cambiata dal 2022 in Medicine and Biotechnology PMP) è stata associata la Scuola Internazionale di Oncologia Molecolare, il cui primo corso è stato svolto nel 2018 e poi nel 2020 si è tenuto il corso online sul COVID[13]

La motivazione di fondo per un retreat scientifico del Dipartimento Traslazionale ad Erice, quale quello svoltosi dal 13 al 16 Aprile 2025 dal titolo Advanced Molecular Biomarkers in Oncology, è quello di ottenere una full immersion di tutti i partecipanti in un unico obiettivo su cui focalizzare la propria attenzione ed i propri interessi. Il corso, articolato in 12 sessioni, che hanno coinvolto tutte le strutture complesse del Dipartimento Traslazionale, con l’apporto esterno di esperti bioinformatici [in particolare Matteo Pallocca del BBMRI.it (CNR-IEOS) di Napoli, Lanlan Chen del First Hospital of Jilin University (Changchun, Jilin, CN) collegato da Berlino, ed i colleghi Roberto Spighi dell’INFN di Bologna e Valentina Bruno dell’IRCCS Regina Elena di Roma] si è tenuto presso l’aula conferenze (‘Paul A.M. Dirac’ Lecture Hall) del Convento San Domenico (the Patrick M.S. Blackett Institute) sia in presenza 








che da remoto con il contributo di colleghi del Pascale impossibilitati ad essere presenti come Andrea Cerasuolo e Francesca Collina via la piattaforma Istituzionale TEAMS 








con l’obiettivo di aumentare l’integrazione dei gruppi, la interdisciplinarietà degli approcci, la standardizzazioni delle procedure, la capacità e velocità di trovare soluzioni e la loro traslazionabilità clinica: una fucina dinamica per la sanità ed il benessere comune del prossimo futuro. Di seguito lo schema delle varie presentazioni e dei relatori:



Momenti di socializzazioni, necessari per aumentare il senso di apparteneza e la coesione del gruppo, sono stati quelli dei Coffee Break sulla terrazza panoramica, di pranzi & cene nelle strutture convenzionate del Centro, di conversazioni nella Marsala Room e di passeggiate a fine serata per le solitarie vie del borgo tra nebbia e vorticose folate di vento grecale, alla scoperta di angoli memori di altri suoni del Mediterraneo di scontri e di conquiste di popolazioni che transitavano in queste aree.



 



Questa è la motivazione di fondo per un retreat scientifico del Dipartimento Traslazionale ad Erice, svoltosi dal 13 al 16 Aprile 2025 con il seguente programma: