domenica 25 ottobre 2015

Ci ha lasciato Oreste Perrella

Giovedì 22 Ottobre 2015, ci ha lasciato Oreste Perrella nato il 30 Aprile del 1947 ad Afragola (NA).

Il Dr Perrella,è stato Direttore per più di un decenio della VII Divisione Malattie Infettive e Immunologia dell'Ospedale Cotugno; Direttore Scientifico del CeRifARC (Centro di Riferimento AIDS della Regionale Campania), Sub-Commissario Sanitario dell'ASL di Caserta.  Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive per la Regione Campania. In tali ruoli ha sempre sostenuto l'attività clinico-sperimentale e formativa ed in particolare quella delle patologie immunosoppressive e delle neoplasie opportunistiche associate ad agenti patogeni.  

Oreste oltre alla attività sanitaria ed organizzativa, era dotato di una notevole curiosità scientifica che ha sostenuto la sua attività di ricerca, evidenziata dalle sue circa 100 pubblicazioni pubblicate su riviste scientifiche internazionali impattate. 

L'altro grande impegno di Oreste è stato l'intensa attività socio-sanitaria esplicata soprattutto a livello del volontariato svolto nel Club Lions di Ottaviano e la sua dedizione al premio Nuzio Pascale di cui era presidente, per promuovere e motivare l'attività scientifica dei giovani. XX EDizione - Ottaviano 2015 - Ordine dei Medici di Napoli Flash News (XIX edizione 2014)

Ma forse la parte più viva e toccante di Oreste sono le rime.... di Gocce di Vita:  
da questa raccolta 
Pensieri

Amo la solitudine che i miei pensieri sanno donare,
una solitudine popolata solo di sogni e felicità, ove io,
invincibile, vivo inseguito da realtà che hanno i contorni
ombreggiati di sogni infiniti, dolci come la tenera violenza
del sole sul viso di un bimbo felice e mi tiene lontano
dall'alba precoce della vita

Solo Illusioni, 1985

Vincitrice del Premio Clitumno - Terni




Oreste un abbraccio affettuoso, dovunque tu sia.


Link alla pagina web del Premio "Nunzio Pascale"

lunedì 22 giugno 2015

Patologi Oltre Frontiera - APOF

Tra le varie Associazioni e Società Biomediche Italiane che hanno tra i loro obiettivi quello di contribuire a migliorare la qualità della Sanità e lo stato di salute delle popolazioni, un ruolo particolare è quello ricoperto da Patologi Oltre Frontiera - APOF, una Organizzazione Non Governativa fondata a Venezia nel 1999 con lo scopo di realizzare progetti finalizzati allo sviluppo dell'Anatomia Patologica e della diagnostica oncologica nel Sud del mondo. 

L'APOF è nata per iniziativa di un gruppo di anatomopatologi appartenenti al Comitato attività internazionali della SIAPEC (Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologica Diagnostica), inizia la sua attività nello stesso anno, aderendo ad un progetto di creazione di un Servizio di Anatomia Patologica in Tanzania, proposto dall' "Associazione Cultura e solidarietà Vittorio Tisòn".
Nel 2001 Patologi Oltre Frontiera è stata ufficialmente riconosciuta come ONLUS, mentre nel 2006, in seguito al riconoscimento del Ministero degli Affari Esteri, è stata inserita nell'elenco delle Organizzazioni Non Governative Idonee. Nel corso di un decennio di attività, Patologi Oltre Frontiera ha realizzato progetti in Africa, America Latina, Europa e Medio Oriente. In questi anni ha, inoltre, sottoscritto accordi di partnership con diverse realtà istituzionali ed associative, sia nazionali che territoriali, italiane ed estere.


  
a cura di Agostino Faravelli  
Molti progetti sono riportati sul sito. Ma forse quello più avvincente rimane il primo condotto in Zambia che rappresenta anche il primo impegno per realizzare una attività di telepatologia, descritta magistralmente da Agostino Faravelli nel libro Parabola Africana. Le vicissitudini di quel progetto e gli interrogativi aperti saranno poi ripresi nel 2009 in una relazione dal titolo LA DIAGNOSI ISTOLOGICA PASSA ATTRAVERSO UN SATELLITE: UNA PARABOLA AFRICANA svolta al Convegno Internazionale Sopravviverà la Medicina all'abbandono della clinicadell'Associazione Medicina e Persona.
Certamente le difficoltà di una diagnosi isto-citologica in aree remote rimangono notevoli nonostante i diversi tentativi condotti negli anni sia da Isituzioni pubbliche che private, basti pensare ai progetti:

  1. Ospedali Italiani nel mondo - IPOCM, di cui rimane una flebile traccia in un report del 2004 ed un capitolo del libro Telehealth in the Developing World  pubblicato nel 2009 dall Royal Society of Medicine Press Ltd;
  2. Progetto Zambia dei Lions per l'Ospedale di Chirundu, sostenuto dal dinamico Roberto Fresia
Di notevole interesse sarà vedere l'evoluzione dei progetti che ruotano attorno all'Ospedale di Lacor, Gulu- Uganda su cui al momento convergono una serie di inziative sia del progetto GuluNap dell'Università Federico II e del progetto Uganda Lacor di APOF, che quello di EMBLEM dell'NIH.

L'Ospedale San Gallicano
Auspicabile sarebbe anche la collaborazione tra le iniziative sulle popolazioni migranti in Italia svolta INMP* di recente Istituzione  e gli Ospedali Italiani delle regioni di origine di tali migranti per l'opportuno monitoraggio delle patologie prevalenti in tali popolazioni e l'ottimale applicazione di protocolli diagnostico-terapeutici.



*  Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) - National Institute for Health, Migration and Poverty (NIHMP)

lunedì 13 aprile 2015

Otto Heinrich Warburg, un premio Nobel ........... e Napoli

Il premio Nobel è considerato dai più come il premio alla carriera di un singolo ricercatore, di una mente brillante. Ma spesso rappresentano il riconoscimento ad una scuola, più che ad un individuo, che ha avuto solo il merito di raggiungere un risultato più visibile ed innovativo.

Uno degli esempi più noti e quello della famiglia Curie, che ha vinto 4 premi Nobel di cui uno solo a Pierre (ricevuto per la fisica con la moglie Marie Sklodowska e con Antoine Henri Becquerel nel 1903), due a Marie Sklodowska-Curie (per la fisica nel 1903 e per la chimica che vince da sola nel 1911), ed uno alla figlia Irène Joliot-Curie (per la chimica nel 1935 con il marito Frédéric Joliot). Marie Sklodowska accumula però il maggior numero di primati: è la prima donna a ricevere un premio Nobel, è l'unica donna a ricevere due Nobel in due settori diversi, è la prima donna ad insegnare alla Sorbona, subentrando al marito nell'insegnamento di fisica generale. Sarà Marie Curie a fondare i due Istituti per lo studio del radio (successivamente denominati Istituti Curie) a Parigi nel 1909 ed a Varsavia nel 1932. Muore a 67 anni per una grave forma di anemia aplastica, nel sanatorio di Sancellemoz di Passy in Alta Savoia nel 1934.  

Altro esempio di scuola insignita da vari premi Nobel è quella di Torino con i tre premi nobel Italiani in medicina: Luria, Dulbecco e Rita Levi-Montalcini [http://viral-oncology.blogspot.it/2012/02/renato-dulbecco-il-primo-virologo.html].

Un ulteriore esempio è quello di Otto Heinrich Warburg. Premio Nobel per la Medicina nel 1931 "per la scoperta del tipo e del meccanismo d'azione degli enzimi respiratori".

Otto nasce a Friburgo nel 1883, da padre ebreo e madre protestante. Il padre Emil Gabriel Warburg (9 Marzo 1846 - 28 Luglio 1931), professore di Fisica presso varie Università (Strasburgo, Friburgo e Berlino), presidente 1899-1905 della Società Tedesca di Fisica (Deutsche Physikalische Gesellschaft - DPG), amico di Albert Einstein, è il tutor e mentore di due premi nobel: James Franck, premio Nobel in fisica 1925; Hans von Euler-Chelpin, premio Nobel in chimica nel 1929, che nel 1893 a Berlino aveva avuto come docenti due altri premi Nobel: Emil Fisher (premio Nobel per la chimica nel 1902) e Max Plank (premio Nobel per la fisica nel 1918).

Otto ottiene la laurea in Chimica nel 1906 a Berlino, dove si forma presso il laboratorio di Emil Fisher (insignito in quel periodo del premio Nobel), e nel 1911 la laurea in Medicina. Negli anni 1908-1914 svolge attività di ricerca presso la Stazione Zoologica di Napoli, dove ritornerà più volte per l'amicizia che lo lega al Fondatore e Direttore Anton Dohrn ed alla sua famiglia. Gli studi condotti sui ricci di mare alla stazione zoologica gli permettono di osservare l'aumento del consumo di ossigeno nelle uova di riccio marino dopo la fecondazione ed il ruolo essenziale del ferro per lo sviluppo dello stato larvale1.

Nel 1918 è nominato professore del Kaiser Wilhelm Institute for Biology di Berlino. Nel 1931 è insignito del premio Nobel, e di lì a poco diviene Direttore del Kaiser Wilhelm Institute for Cell Physiology, fondato l'anno prima con una donazione della Rockfeller Foundation. Il premio Nobel gli fu assegnato dopo aver ricevuto ben 46 nomination di cui 13 nel solo anno 1931.

Nel 1924 Warburg aveva anche ipotizzato che le neoplasie e la crescita neoplastica siano causate da cellule tumorali che producono energia (con la produzione e l'accumulo di ATP) a seguito del catabolismo non-ossidativo del glucosio (glicolisi) che si arresta alla produzione di acido piruvico e la consegnuente ri-ossidazione dell'NADH ad NAD nel processo denominato di fermentazione o di respirazione anaerobica. Tutto ciò in contrasto con le cellule sane in cui prevale la produzione di energia dal processo ossidativo aerobico del piruvato prodotto per glicolisi del glucosio nella fase anaerobica della respirazione cellulare. La scissione del piruvato avviene nei mitocondri, e quindi per Warburg le neoplasie potrebbero essere definite una patologia del mitocondrio2.

Altri suoi collaboratori negli anni successivi sono stati insigniti del premio Nobel, in particolare Hans Adolf Krebs, che ha studiato ed identificato il ciclo dell'acido citrico (per cui è insignito del premio Nobel  per la Medicina nel 1953), ed Axel Hugo Theodor Theorell, che ha studiato gli enzimi ossidativi e riceve il premio Nobel nel 1955.

Di certo Otto ha avuto un ambiente di vita ed opportunità di lavoro che gli avrebbero permesso in ogni caso di raggiungere traguardi scientifici altissimi, ma l'esperienza alla stazione biologica di Napoli ed i suoi studi sul metabolismo dell'ossigeno hanno verosimilmente determinato lo stimolo e fornito gli strumenti per i suoi studi successivi e quelli di vari altri ricercatori, fino ai nostri giorni. Basti pensare che lo sviluppo della recente Tomografia ad emissione di positroni (18-FDG PET) è basato proprio sul principio della peculiare glicolisi anaerobica delle neoplasie, scoperta e brillantemente caratterizzata da Otto Warburg: un ebreo di cui nemmeno il regime nazista potè fare a meno.



1 Über die Rolle des Eisens in der Atmung des Seeigeleis nebst Bemerkungen über einige durch Eisen beschleunigte Oxydationen m. Abb. (Sitzungsber. Heidelberger Akad. Wiss. math.-nat. Kl B Heidelberg, 1911) (Trans: Ruolo del ferro nella respirazione delle uova dei ricci di mare e commenti sulla accelerazione dei processi ossidativi da parte del ferro. Proceedings of the Heidelberg Academy of Sciences Heidelberg 1911.)
2Ideen zur Fermentchemie der Tumoren (Abh. der Deutschen Akad. der Wissenschaften zu Berlin. Math-naturwissenschaft. Kl 1947, Berlin 1947) (Trans: Theses on the enzymatic chemistry of Tumors. Proceedings of the German Academy of Sciences in Berlin. Math and natural science. Kl 1947, Berlin 1947)

domenica 11 gennaio 2015

Ebola: La "piaga" dell'era moderna.

Sembra anacronistico parlare di "piaghe", che fanno pensare alle punizioni divine sull'Egitto per il mancato rilascio degli ebrei da parte del Faraone con la morte del bestiame (Es 9, 1-7) e con le ulcere agli uomini ed al bestiame (Es 9, 8-11), o alle saette "di peste" che Apollo scaglia sugli Achei per l'offesa a Criseide, figlia di Crise, sacerdote di Apollo (Iliade 1, 8-56). Ma anche nel medioevo peste e carestie erano spesso considerate punizioni divine ed attribuite alle popolazioni ebraiche, come nel caso della peste nera del 1347-1353.

L'ebola, invece è più prosaicamente associata ad un virus della famiglia filoviridae, trasmesso a primati umani (e non) da animali apparentemente non suscettibili all'infezione, quali i pipistrelli ed i granchi [nel caso del Reston Ebolavirus].

Alla famiglia dei Filoviridae appartengono tre generi, di cui il Cuevavirus (isolato in cave Spagnole e frequente in Europa) che sembra ristretto ai pipistrelli; il Marburgvirus presente tra i pipistrelli della frutta e patogeno per i primati, molto poco per l'uomo; l' Ebolavirus comprendente 5 specie con diversa patogenicità nell'uomo (quasi assente nel Reston Ebolavirus): 
     
L'analisi filogenetica mostra chiaramente la netta separazione tra ebolavirus e marburgvirus. E' inoltre evidente la differenza tra la specie del virus dell'epidemia del 2000 nel distretto di Gulu nell'Uganda Settentrionale, adiacente al Sudan (Sudan ebolavirus), e quello dell'epidemia del 2002 nel distretto di Bundibugyo nell'Uganda Occidentale, adiacente allo Zaire (Bundibugyo ebolavirus).

L'analisi filogenetica del virus Ebola circolante dovrebbe permettere di predire la patogenicità della epidemia in corso e di programmare le più idonee misure sanitarie da implementare per fronteggiarla. Inoltre lo studio comparativo dei vari ceppi/specie potrebbe permettere di chiarire i meccanismi patogenetici e l'identificazione di strategie terapeutiche appropriate.

La corrente epidemia di Ebola dell'Africa Orientale è associata al virus dello Zaire (l'attuale Republica Democratica del Congo- DRC), come riportato su Science di Agosto 2014. L'epidemia si sarebbe diffusa dopo l'infezione di un bambino di due anni in Guinea nella regione di Guéckédou in cui confinano tre nazioni: Guinea, Liberia e Sierra Leone.

      Distribuzione dei primi casi










La seguente animazione mostra come si sia diffusa l'epidemia in una ricostruzione fatta dalla WHO.


I dati attuali più recenti dell'epidemia sono disponibili al sito della CDC, suggerendo una mortalità di circa il 50% dei casi confermati in laboratorio:

Total Cases: 21121
Laboratory-Confirmed Cases: 13408
Total Deaths: 8304
As of January 7, 2015 (Updated  on January 9)
www.cdc.gov/vhf/ebola/outbreaks/2014-west-africa/

Sul sito della CDC è anche schematicamente descritto come ridurre la probabilità di infezione:
http://www.cdc.gov/vhf/ebola/pdf/west-africa-outbreak-infographic.pdf   

Altri dati sull'epidemia sono disponibili ai seguenti siti:

  1. The New York Times sull'epidemia in Africa;  
  2. The New York Times casi al di fuori dell'Africa ;
  3. BBC: l'Ebola in Africa;
  4. CDC: i casi diagnosticati in USA
  5. WHO: l'epidemia di Ebola
e dall'Italia:
  1. Gestione dell'Ebola in Italia allo Spallanzani